Se sei arrivato fin qui probabilmente ti sarai chiesto quali sono le differenze tra semi femminizzati e autofiorenti e cosa sono?. Quando si decide di acquistare semi di cannabis per collezione, esistono molte espressioni e terminologie differenti in cui è possibile imbattersi. 

Tra queste, si possono trovare diciture come “semi femminizzati”, “semi regolari” o “Autofiorenti”, che indicano il sesso e la tipologia di pianta che verrà generata dai semi nel caso in cui si voglia piantarli.

Questo non fa che generare confusione, soprattutto per chi è un neofita, portandoti a scegliere qualcosa di diverso da ciò che volevi collezionare. E sono molti i growers che ci chiedono chiarimenti sulla differenza tra femminizzate, regolari e autofiorenti.

Ecco nel dettaglio cosa troverai all’interno di questa nostra guida:

Continua a leggere se vuoi saperne di più.

Leggi anche: “Semi autofiorenti Ibridi F1 della Royal Queen Seeds: vediamoci chiaro”.

Facciamo una breve premessa. Se non lo sapevi ancora, le piante di cannabis hanno un sesso, che può essere maschio, femmina o, in alcuni casi, ermafrodita. Il genere della pianta non si riconosce dal seme, ma si manifesta nelle primissime fasi di fioritura.

La pianta maschio, infatti, sviluppa piccoli grappoli contenenti polline, mentre le piante femmina sviluppano fiori (detti anche calici) con i pistilli predisposti ad accogliere poi il polline dei maschi.

Oltre a questa distinzione maschio-femmina, ne esiste un’altra che si basa sul ciclo di vita della pianta. Ci sono infatti le piante stagionali fotoperiodiche (genetiche Indica e Sativa), che crescono e fioriscono in base alle ore di luce fornite, e le cosiddette piante Autofiorenti (incrociate con la genetica Ruderalis). Queste varietà, invece, crescono e fioriscono indipendentemente dal fotoperiodo e hanno - sia indoor che outdoor - un ciclo di vita molto più breve rispetto alle stagionali. 

Ora, la scelta tra queste diverse sementi, può influire sulla qualità e il rendimento della pianta che verrebbe generata. Ecco perché abbiamo pensato di realizzare questo articolo, in cui cercheremo di chiarire ogni dubbio, così che ciascun collezionista possa scegliere in base alle sue preferenze.

Semi femminizzati: cosa sono e che caratteristiche hanno

Fino a 30 anni fa, chi coltivava cannabis partendo da un seme aveva almeno il 50% di possibilità di ottenere poi un esemplare maschio. E se consideriamo che soltanto dalle piante femmina nascono cime dense e ricche di resina e cannabinoidi, questo era un problema.

Negli anni ‘90 poi ci fu una vera e propria rivoluzione: sul mercato vennero immessi per la prima volta semi di cannabis femminizzati. Considerati un po’ ovunque come “Gold Standard” e utilizzati ormai da oltre il 90% dei growers, questi semi sono geneticamente trattati per diventare al 99,9% esemplari femmina.

Le varietà femminizzate vengono prodotte in pratica incrociando due specie femmina. Una delle due genetiche viene forzata dai breeder a produrre polline, con cui verrà fecondata l’altra femmina dai cui fiori nascerà una nuova generazione di semi femminizzati.

In sintesi, la cannabis femminizzata ha queste caratteristiche:

  1. Produce infiorescenze con più concentrazione di cannabinoidi (THC e CBD) e dagli aromi più intensi, rispetto agli esemplari maschi;
  2. Vive di fotoperiodo, cioè fiorisce in base a quanta luce/oscurità a cui è esposta;
  3. Non richiede un controllo del sesso in fase di crescita, né di eliminare eventuali esemplari maschi.

Vediamo nel prossimo paragrafo quali vantaggi potresti ipoteticamente ottenere scegliendo questa varietà di semi.

Perché scegliere semi di cannabis femminizzati: pro e contro

Per aiutarti nella scelta più consapevole possibile, in questa tabella ti abbiamo riassunto tutti vantaggi e svantaggi legati alla scelta di semi femminizzati. Analizziamoli uno a uno:

Vantaggi:

  • Certezza al 99,9% di ottenere piante femmina;
  • Non adatti per scopi riproduttivi, per allevamento e produzione di semi;
  • Nessuna selezione o controllo del sesso, nè operazioni di smaschiamento (ovvero eliminazione esemplari maschio);
  • Se di scarsa qualità, potrebbero generare piante ermafroditi;
  • La coltivazione della cannabis è più semplice ed economica;
  • Più complessi da coltivare rispetto a semi autofiorenti, perché richiedono il controllo dei cicli di luce/oscurità;
  • Ottimizzazione dello spazio di coltivazione e zero sprechi di tempo, acqua e nutrienti, perché non andranno eliminati esemplari maschi; 
  • Si ottengono solo cime di qualità e ricche di cannabinoidi;
  • Rese maggiori delle varietà autofiorenti;
  • Valida alternativa ai cloni, per i growers meno esperti;
  • Ampia varietà di sementi disponibili sul mercato.

Svantaggi:

  • Non adatti per scopi riproduttivi, per allevamento e produzione di semi;
  • Se di scarsa qualità, potrebbero generare piante ermafroditi;
  • Più complessi da coltivare rispetto a semi autofiorenti, perché richiedono il controllo dei cicli di luce/oscurità;

Come puoi vedere da te, i pro sono davvero molto pochi rispetto ai contro. Ora che sai i semi femminizzati cosa sono e che caratteristiche hanno, concentriamoci meglio sulle differenze con i regolari e gli autofiorenti.

Che differenze ci sono tra semi regolari e femminizzati

La prima e sostanziale differenza sta nel fatto che con le sementi regolari si avrà almeno il 50% di probabilità di generare piante di sesso maschile o femminile

Questi semi sono del tutto naturali (non subiscono alcun trattamento genetico come quelli femminizzati) e si producono sostanzialmente utilizzando il processo adottato dalla pianta in natura: ovvero impollinando una pianta di cannabis femmina con polline generato da una pianta maschio.

Sono commercializzati in forme molto diverse. Infatti, è possibile trovare sul mercato sia varietà a predominanza indica che a predominanza sativa, con contenuti variabili di THC e CBD. 

Questi semi sono molto ricercati e apprezzati dai growers esperti e professionisti, perché:

  • Producono specie femmina dalla genetica stabile e possono diventare piante madri da clonare;
  • Si possono usare per ibridazione e creazione di nuove genetiche uniche e particolari;
  • Consentono di creare una banca del polline usando esemplari maschi.

Ovviamente non è tutto rose e fiori. A differenza della coltivazione dei semi femminizzati, quella di semi regolari può essere molto più dispendiosa e rischiosa.

Innanzitutto perché bisogna aspettare almeno 6 settimane dalla germinazione per comprendere il sesso della pianta. Quando la pianta inizia a fiorire, infatti, all’altezza dei nodi, dove i rami incontrano lo stelo, si inizieranno a formare delle escrescenze, ovvero gli organi sessuali della pianta.

Che, come detto, possono essere pistilli (escrescenze bianche simili a dei peletti) nel caso di specie femmina, oppure sacche polliniche (escrescenze che somigliano a piccole palline) per le piante maschio. Dopo questa lunga attesa, bisognerà agire tempestivamente, creando serre o zone di coltivazione ben separate per piante maschio e femmina.

Se gli esemplari maschio rimangono sufficientemente a lungo accanto a quelli femmina, il rischio di impollinazione è elevato. E questo potrebbe ridurre di molto la produzione di infiorescenze.

Cosa cambia tra semi autofiorenti e femminizzati?

Le varietà di cannabis autofiorente, come potrai già intuire dal loro nome, hanno la capacità di fiorire senza il fotoperiodo, ovvero senza richiedere una certa variazione nel ciclo di luce/oscurità, ma entro un certo periodo geneticamente predeterminato, qualunque cosa accada.

E già questa è una sostanziale differenza rispetto ai semi femminizzati che generano soprattutto piante fotoperiodiche. Le specie autofiorenti sono indubbiamente tra le più semplici da coltivare per i principianti, tuttavia generano rese molto più inferiori rispetto alle femminizzate, anche a causa della loro forma più piccola e compatta.

Sono ricche di CBD, ma le cime delle autofiorenti producono decisamente meno THC, e non tanto potente negli effetti, rispetto alle varietà fotoperiodiche, comprese le femminizzate.

Probabilmente ora ti starai chiedendo se i semi di marijuana autofiorenti sono femminizzati o regolari? Entrambi, anche se in maggioranza vengono venduti come femminizzati. Cerchiamo di capire meglio le differenze.

I semi regolari autofiorenti (AutoReg) sono semi che possono generare piante maschio e femmina, che crescono e fioriscono indipendentemente dal fotoperiodo in un tempo che va dai 2 e 3 mesi. Ci sono poi sul mercato anche semi femminizzati autofiorenti (AutoFem) da cui nasceranno soltanto piante femmine e autofiorenti, indipendenti dal fotoperiodo.

Inoltre in commercio esistono varietà foto dipendenti dalla fioritura veloce, come i semi Sweet Seeds Fast Version. Specie di cannabis dipendenti dal foto periodo, ma con un periodo di fioritura molto breve.

Quali sono i vantaggi dei semi autofiorenti femminizzati

I semi di canapa light autofiorenti femminizzati uniscono le migliori caratteristiche di entrambe le varietà. Fino a qualche tempo fa circolava la leggenda metropolitana che le sementi autofiorenti dessero origine a piante dalle cime di bassa qualità.

La ricerca continua dei breeders di tutto il mondo ha permesso la realizzazione di genetiche autofiorenti che danno origine a esemplari femminili potenti, ricche di cannabinoidi e piacevoli nel gusto, con il plus di non essere fotoperiodiche.

In termini di vantaggi per i coltivatori, dunque, quelli dei semi autofiorenti femminizzati includono:

  1. Una rapida fioritura e maturazione: le autofiorenti nascono, crescono e giungono a fioritura in circa 60 giorni dalla germinazione;
  2. Rese maggiori: la riduzione delle tempistiche convenzionali, consente anche di effettuare più coltivazioni, senza seguire per forza i cicli stagionali;
  3. Più resistenza a malattie e condizioni climatiche avverse: il motivo sta nel patrimonio genetico e nell’incrocio con la Cannabis Ruderalis che è una pianta selvatica molto resistente ai climi difficili.

Le specie autofiorenti femminizzate sono una scelta molto popolare per i coltivatori inesperti che desiderano piante facili da gestire, resistenti e che garantiscono una raccolta rapida e abbondante di infiorescenze con un elevato contenuto di THC. 

Scopri quali sono le migliori varietà automatiche, leggi la nostra classifica dei semi autofiorenti migliori che puoi trovare sul mercato oggi.

Semi regolari, autofiorenti o femminizzati: ecco la varietà CBD

La varietà di sementi CBD, come è facile intuire, produce cime con alte concentrazioni di cannabidiolo, che offre tutta una serie di benefici terapeutici, grazie agli effetti calmanti che rilassano corpo e mente, mantenendo quest’ultima lucida e concentrata. Le piante generate da questi semi non producono quindi effetti psicoattivi forti. Tuttavia alcune varietà potrebbero contenere tracce minime di THC, altre invece quantità uguali in un rapporto THC:CBD di 1:1.

Semi autofiorenti, femminizzati o regolari: quali scegliere?

La risposta a questa domanda non può che essere “Dipende”. La scelta andrebbe fatta ipoteticamente sempre sulla base delle esigenze di coltivazione.

Come detto, dai semi regolari possono nascere sia piante maschio che femmine. Le piante di cannabis di sesso maschile producono esclusivamente sacche polliniche e non fiori resinosi ricchi di terpeni aromatici e cannabinoidi (come il THC e il CBD) , prodotti invece dagli esemplari femmina.

Questi fiori sono utilizzati, ad esempio, per produrre molti popolari prodotti a base di cannabis, come gli oli di CBD.

Con quelli femminizzati, quindi, avrai l’assoluta certezza di ottenere soltanto esemplari femmina e dunque un’elevata produzione di cime resinose. Tuttavia, come ti abbiamo già spiegato, questi semi non sono adatti a fini riproduttivi.

Perciò, ora che sai i semi femminizzati cosa sono e come si comportano, se il tuo scopo è la prosecuzione di una specie o l’ibridazione, al fine di migliorare le genetiche e creare nuove varietà, avrai bisogno di piante maschio che solo le sementi regolari possono generare.

D'altronde, per una coltivazione semplice, rapida e abbondante i semi femminizzati sono l’opzione migliore. Scegliendo una varietà prodotta da breeder affidabili, come quelli che trovi su Grow Shop Italia, avrai la sicurezza di ottenere un gran numero di piante di alta qualità e dal comportamento prevedibile.

Come scegliere i semi di cannabis giusti

Ti ricordiamo che questo articolo non intende incentivare in alcun modo la coltivazione di marijuana, che in Italia non è legale. Abbiamo solo raccolto una serie di informazioni utili ad ampliare la conoscenza dei collezionisti sulle diverse varietà dei semi di cannabis presenti sul mercato.